Asia, Thailandia

Songkran a Chiang Mai – Noodles, templi e battaglie d’acqua

Bangkok, Chiang Mai, Phuket, Ko Phi Phi. Il nostro itinerario in Thailandia è abbastanza fitto, abbiamo solo due settimane, e molti posti da visitare e da conoscere. In realtà preferirei prendermi più tempo, conoscere più a fondo i luoghi che visito, ma questa volta il lavoro non me lo permette e sono comunque grata di un breve assaggio in questo nuovo mondo asiatico. Conosco poco di questa cultura, sono più abituata alle culture dell’America Latina o dell’Africa, e l’Asia resta per me ancora un mistero, un luogo affascinante e lontano da tutto ciò che conosco.

Arrivati a Bangkok, coi suoi grattacieli immensi e moderni, la metropoli ci inghiotte nel suo caos e ci facciamo trascinare curiosi ed entusiasti. Siamo alloggiati nel quartiere commerciale di Sukhumvit. I grattacieli con i famosi skybar, i templi, gli enormi centri commerciali, i mercati notturni, il fiume, la strada dei viaggiatori zaino in spalla Khao San Road. Ci muoviamo per la città con gli efficientissimi metro e sky train, a piedi e in tuc tuc. Il tempo corre, le distanze sono enormi e noi che vorremmo vedere tutto e assaporare tutto. Ho sempre amato le grandi città. A Bangkok si respira l’aria di una metropoli internazionale, e allo stesso tempo c’è un bel miscuglio di modernità e tradizione. Mi piace il modo dei thailandesi di giungere le mani per salutare, o il loro modo di porgerti gli oggetti (che sia il denaro in cambio o una business card), sempre con le due mani. In mezzo al caos di questa enorme città c’è ordine e disciplina, persone pacate, rispettose e sorridenti.

Dopo la frenesia di Bangkok andiamo verso nord, a Chiang Mai. Ho sentito dire che il nord della Thailandia è più autentico, più spirituale. Mi lascio sorprendere e appena arrivo in questa cittadina capisco subito perché. C’è un atmosfera pacifica. Dopo il lusso per me inabituale dell’albergo moderno a 5 stelle di Bankgok, a Chiang Mai alloggiamo in un piccolo ostello, Joe’s Homestay, in un quartiere tranquillo appena fuori dalle mura della città. Mi sento a casa tra i viaggiatori zaino in spalla, e adoro l’atmosfera rilassata del posto. Capitiamo per caso proprio nei giorni del capodanno thailandese, il famoso Songkran, che si tiene ogni anno dal 13 al 15 aprile. Noleggiamo uno scooter e andiamo a scoprire la cittadina e il tempio in cima alla collina, il Doi Suthep. Arriviamo al tempio all’imbrunire, la pace e i canti dei monaci buddisti mi avvolgono come in un sogno. Mi siedo ad ascoltarli e mi immergo nella pace. Al ritorno, giù dalla collina, arriviamo per caso a un enorme centro commerciale all’aria aperta, è affollatissimo di giovani studenti, c’è tutta una fila di ristoranti e locali all’aperto, negozi e bancarelle. Ci mischiamo anche noi alla folla di giovani thailandesi e mangiamo degli splendidi e piccantissimi noodles, poi visitiamo il centro storico, che è racchiuso all’interno delle mura medievali, ed è pieno di templi tutti diversi tra loro, piccoli bar, ristoranti, mercatini.

Ben presto capiamo cos’è questo Songkran di cui tutti parlavano. C’era euforia nell’aria già da giorni, tutti menzionavano il famoso festival: “you’re gonna get wet”, dicevano. La mattina del primo giorno del festival comincio a capire cosa intendessero. Ricevo la mia prima doccia. Un secchio d’acqua tiratomi addosso da un’allegra famiglia appostatasi sul ciglio della strada. Ed è lì che decido di comprare una borsetta di plastica impermeabile per proteggere almeno la macchina fotografica e il borsellino. Sono già fradicia, ed è solo l’inizio.

Il Songkran, ovvero il capodanno thailandese basato sul calendario buddista, è in realtà una delle feste più divertenti del paese. Si celebra in tutte le regioni della Thailandia, anche se a Chiang Mai avvengono le cerimonie e gli spettacoli più belli e coinvolgenti. Il festival viene anche chiamato Festival dell’acqua. All’acqua viene infatti attribuito un significato di purificazione, e molti thailandesi in quei giorni si recano ai templi per porgere offerte e compiere alcuni rituali, come versare dell’acqua sulle statue del Buddha. Secondo la credenza buddista, l’acqua purifica e scaccia la cattiva sorte. L’acqua simboleggia però anche l’arrivo della stagione delle piogge, che ha inizio proprio in questo periodo ed è molto importante per l’agricoltura e le coltivazioni di riso. Un’altra tradizione di questa festività è quella di pulire a fondo le case, anche come simbolo di purificazione e rinascita. Ma la parte forse più divertente e popolare di questa festa sono le folli battaglie con le pistole d’acqua e secchi pieni di acqua ghiacciata. Impossibile rimanere asciutti in questi giorni. Tutti scendono in strada e si divertono a lanciarsi gavettoni e a spruzzare acqua sui passanti in segno di buon augurio. La città è in festa, completamente bagnata, e ci sono musica, sfilate, bancarelle e spettacoli.

Ci arrendiamo e passiamo così i prossimi tre giorni a Chiang Mai, viaggiando in scooter (in realtà già di per sé abbastanza pericoloso per il traffico pauroso, ma ancora di più con le secchiate d’acqua ogni pochi metri), e passeggiando per la città, visitando i templi, osservando le sfilate, le danze tradizionali e le battaglie d’acqua, mangiando cibo delizioso ai vari mercatini notturni. Bagnati dalla testa ai piedi, ma sorridenti.

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