Antigua è un’isoletta tra il Mar dei Caraibi e l’Oceano Atlantico. Precisamente, si trova nelle Antille Minori e fa parte di una miriade di isole che punteggiano il mare in questa regione. È un luogo paradisiaco che vive soprattutto grazie al turismo. Mia sorella Sabrina vi trascorse un anno per lavorare in un hotel dell’isola, e nell’estate del 2006 andai a trovarla passando con lei dei giorni indimenticabili. Questo è il racconto del mio primo viaggio nei Caraibi.
Ho alle mie spalle quasi 16 ore di viaggio, tra spostamenti in auto e autobus e scali negli aeroporti di Milano e Parigi. La stanchezza comincia a prendere il sopravvento sul mio corpo e gli occhi quasi mi si chiudono mentre il piccolo e traballante aereo della compagnia caraibica Liat si avvicina, finalmente, all’isola di Antigua. La fase dell’atterraggio mi scuote d’improvviso dal mio torpore y mi mette in uno stato di eccitazione. Sembra quasi che l’aereo stia per atterrare sull’acqua, l’aeroporto ancora non si vede, c’è solo il mare sotto di noi. Poi, finalmente, tocchiamo terra. Tiro un sospiro di sollievo. Sono arrivata ad Antigua, sta cominciando la mia esperienza caraibica e non voglio perdermi nemmeno un istante.
All’uscita dell’aeroporto mi avvolge una cappa di calore che quasi mi taglia il respiro per l’umidità dell’aria. Scorgo Sabrina, che mi accoglierà durante questi giorni e con cui scoprirò questo nuovo mondo. Mi accoglie con un sorriso, ha la pelle abbronzata e i capelli più lunghi e più biondi di quando l’avevo vista l’ultima volta in Svizzera quasi otto mesi prima.
Saliamo su un taxi-bus e l’autista si dirige verso l’Hotel Sandals, dove mia sorella lavora come guida turistica e assistente linguistica. Mi sento un po’ stordita per il viaggio e la stanchezza ma non riesco a smettere di guardarmi in giro e riempirmi gli occhi con tutti i nuovi colori del cielo, del mare, le casette variopinte e il verde della natura rigogliosa. Quando arriviamo è quasi il tramonto e decidiamo di andare subito a vedere la spiaggia, prima che cali la notte. Le spettacolo mi lascia senza fiato, davanti a me una spiaggia lunghissima di sabbia bianca e il mare immenso, verde smeraldo, piatto e calmo come una piscina. Il silenzio e la pace mi avvolgono come in un sogno.
Siamo da sole sulla spiaggia, solo alcuni gabbiani ci fanno compagnia, mentre tutto il resto è di una quiete quasi surreale. La bellezza infinita del Mar dei Caraibi. Respiro profondamente varie volte e affondo i piedi nella sabbia morbida e fresca. Sorrido e penso a Sabrina, che sta qui da ormai otto mesi e penso che dev’essere stata un’esperienza stupenda, tutti questi mesi lontano da tutto, circondata dalla natura e dalla calma.
Alcune ore più tardi, a letto, la notte mi accoglie con un concerto di grilli e rane, e rapidamente cado in un sonno profondo.
Il giorno seguente mi sveglio presto, pronta per cominciare la mia avventura e la scoperta dell’isola. Facciamo colazione insieme nel patio di fronte l’abitazione e poi Sabrina si prepara per il lavoro, mentro io mi dirigo verso la spiaggia. È domenica e Sabrina deve lavorare, nel turismo non ci sono finesettimana né orari regolari di lavoro.
La settimana mi passa in un attimo, tra giorni in spiagge stupende e visite dei luoghi più belli dell’isola e la sua capitale St.John’s. Le notti le passiamo al ritmo della musica reggae, dance-hall o altri generi tipici dell’isola, come la soka e il calypso, con i loro ritmi rapidi e allegri di origine africana. Qui si nota molto l’influenza di Bob Marley e la sua musica, e della cultura rasta, anche se ritmi più moderni come la musica “dance-hall” e “hip hop” stanno prendendo sempre più piede. La musica e il ballo hanno molta importanza in questa regione, la cui popolazione discende per la maggior parte da schiavi africani. La storia e la cultura di questo paese ha infatti le sue radici nel triste periodo della schiavitù. La lingua parlata sull’isola è l’inglese, una varietà di inglese però ricca di espressioni risalenti probabilmente a lingue africane o lingue degli indios Caribe, i primi abitanti dell’isola che furono praticamente sterminati all’arrivo dei conquistatori europei.
In quanto a Sabrina, il suo lavoro nell’hotel le ha dato la possibilità di conoscere la cultura dell’isola e dei suoi abitanti più da vicino. Allo stesso tempo le ha permesso di conoscere persone di molte culture diverse, essendo a contatto con turisti da vari paesi del mondo e colleghi di lavoro di Antigua, europei o di altre isole dei Caraibi. Il suo lavoro consiste nell’assistere i turisti che arrivano all’hotel, soprattutto quelli che non sono di lingua inglese e che non parlano questa lingua. Sabrina li informa del funzionamento e l’organizzazione dell’hotel in italiano, tedesco, francese o spagnolo secondo la provenienza del turista. A volte li accompagna durante le escursioni in barca o auto, e in questo modo può anche lei approfittare delle spiagge e del sole durante le ore di lavoro.
Quando le chiedo come le è venuta l’idea di andare ad Antigua, Sabrina mi risponde che non è la prima volta che lascia il suo paese per trascorrere dei mesi all’estero per imparare lingue e culture diverse. All’età di 20 anni era partita per l’Australia per imparare l’inglese e a 23 anni a Berlino per studiare il tedesco. Oggigiorno è importante conoscere le lingue straniere, ma quello che spinge maggiormante Sabrina a viaggiare è soprattutto la sua curiosità verso le altre culture. Non sarà facile per lei tornare in Svizzera dopo quest’anno… Una volta che si comincia a viaggiare, è difficile tornare indietro, fermarsi in un posto.
Anche per me sarà difficile tornare, penso con un velo di tristezza e nostalgia quando mi rendo conto che il mio tempo su quest’isola sta per finire.