Sono immersa da pochi giorni nella “bagunça bahiana”, musica axé, “os ritmos da Bahia”, le notti festaiole da inizio d’anno nel Pelourinho, i famosi concerti della
“terça-feira”. Un’amica tedesca mi invita, per variare e conoscendo la mia propensione per la musica latina, ad una serata di musica salsa. Arrivo alla Cantina da Lua, un piccolo bar all’aperto nel Pelourinho, e vedo sul palco un gruppo di musicisti che si apprestano a cominciare il loro concerto della “migliore musica latina”: salsa, cumbia, merengue, bachata.
Lo vedo subito, piccolino, capelli neri e occhietti furbi un po’ indigeni, il cantante mi strega subito al ritmo della sua salsa. È peruviano, ne sono sicura.
Nella pausa ci troviamo tutti a chiacchierare, la mia amica sta insieme a un insegnante di salsa brasiliano, che a sua volta conosce i membri della band, due peruviani e due brasiliani.
Mi presentano il cantante, subito ci capiamo, chiacchieriamo. Finalmente posso parlare fluidamente senza incepparmi come quando parlo il portoghese. Del resto, con il Perú e con i peruviani mi sento a casa. Parlo come loro, conosco e amo il loro paese e la sua gente. Sarà destino che dopo soli cinque giorni di Brasile, finisco nuovamente tra i miei amici peruviani.
Il cantante ha un sorriso coinvolgente, mette di buon umore, parliamo e balliamo e mi racconta le sue peripezie, anni di viaggi per il Sudamerica con i suoi strumenti, fin quando la vita e il destino lo fanno installare a Bahia. È autodidatta il cantante, e sa suonare quasi ogni tipo di strumento. Ha cominciato con la musica andina, poi si è specializzato in ritmi caraibici, è un professionista e vive del suo lavoro.
Molti dei miei pomeriggi bahiani saranno quindi scanditi dagli incontri peruviani, in improbabili bettole del centro di Salvador, ad ascoltare il cantante insieme a un gruppo di migranti e avventurieri peruviani. Tra una serata afro-brasiliana e un “açaí” al Porto da Barra, mi lascio trascinare lontano da vecchie canzoni peruviane, boleros e poesie romantiche di questa terra “tan linda”. Con un “cevichito” e una “chelita”.

1 La “bagunça” è un termine brasiliano per definire il rumore, il casino. La città di Salvador de Bahia è spesso definita come un luogo assolutamente caotico, disordinato, rumoroso, il termine viene usato con una punta d’ironia ma ha di solito una connotazione positiva per descrivere la città.
2 Il Pelourinho è il centro storico della città di Salvador de Bahia.
3 Terça-feria: martedì in portoghese.
4 L’açaí è un frutto tipico dell’Amazzonia brasiliana, si mangia ghiacciato sottoforma di frullato insieme a cereali tostati e frutta.
5 Barra è il quartiere moderno e abbastanza benestante di Salvador de Bahia.
6 Piatto tipico peruviano a base di pesce crudo.
7 Chelita, diminutivo di chela, birra in spagnolo latinoamericano.